0.975.247.6 Accordo del 31 ottobre 1998 tra la Confederazione Svizzera e lo Stato del Kuwait concernente la promozione e la protezione reciproche degli investimenti di capitali (con protocollo)

0.975.247.6 Abkommen vom 31. Oktober 1998 zwischen der Schweizerischen Eidgenossenschaft und dem Staat Kuwait über die Förderung und den gegenseitigen Schutz von Kapitalanlagen (mit Protokoll)

Art. 10 Composizione delle controversie fra uno Stato contraente e un investitore

(1)  Le controversie tra uno Stato contraente e un investitore dell’altro Stato contraente in merito a un investimento di quest’ultimo ai sensi del presente Accordo devono essere composte per quanto possibile in via amichevole.

(2)  Se tali controversie non giungono ad alcuna soluzione entro sei mesi dal momento in cui una delle Parti in causa ha chiesto per scritto all’altra Parte di comporre amichevolmente la controversia, a scelta dell’investitore interessato la controversia può essere composta nell’ambito di una delle seguenti procedure:

(a)
una procedura di composizione delle controversie precedentemente convenuta;
(b)
l’arbitrato internazionale secondo le seguenti disposizioni del presente articolo.

(3)  Se l’investitore intende sottoporre la controversia a un tribunale arbitrale internazionale, deve dare il suo consenso scritto affinché la controversia possa essere sottoposta a uno dei seguenti organismi:

(a)
all’Ufficio internazionale per la composizione delle controversie relative agli investimenti («l’Ufficio»), istituito dalla Convenzione per la composizione delle controversie relative agli investimenti fra Stati e cittadini d’altri Stati («Convenzione di Washington»), aperta alla firma a Washington il 18 marzo 19653, sempre che entrambi gli Stati siano Parti contraenti della Convenzione di Washington e detta Convenzione sia applicabile alla controversia;
(b)
all’Ufficio, conformemente al regolamento relativo al meccanismo supplementare per il disbrigo delle domande da parte del Segretariato dell’Ufficio («regolamento relativo al meccanismo supplementare»), nel caso in cui solo lo Stato contraente dell’investitore o lo Stato contraente che è parte in causa, ma non entrambi, siano Parti contraenti della Convenzione di Washington;
(c)
a un tribunale arbitrale, costituito secondo le norme d’arbitrato della Commissione delle Nazioni Unite per il Diritto Commerciale Internazionale (UNCITRAL), considerato che tali norme possono essere modificate dalle Parti in causa (l’autorità di nomina menzionata nell’articolo 7 di tali norme è il Segretario generale dell’Ufficio);
(d)
a un tribunale arbitrale costituito conformemente alle regole d’arbitrato di un’altra istituzione d’arbitrato concordata dalle Parti in causa.

(4)  Indipendentemente dalla presentazione di una controversia all’arbitrato vincolante secondo il paragrafo (3) da parte di un investitore, quest’ultimo può chiedere, per tutelare i suoi diritti e interessi, ai tribunali civili e amministrativi dello Stato contraente che è parte in causa di emettere una decisione provvisoria, che non comporta tuttavia il risarcimento dei danni, prima o durante la procedura d’arbitrato.

(5)  Entrambi gli Stati contraenti danno il loro consenso incondizionato a sottoporre una controversia relativa a un investimento a un arbitrato vincolante a scelta dell’investitore secondo il paragrafo (3) lettere (a), (b) e (c) o convenuto dalle parti in causa conformemente al paragrafo (3) lettera (d).

(6) (a)
Il consenso di cui al paragrafo (5), unitamente al consenso dell’investitore di cui al paragrafo (3), soddisfa l’esigenza del consenso scritto delle parti in causa secondo il capitolo II della Convenzione di Washington, il regolamento del meccanismo supplementare, l’articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite concernente il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali estere, concluso a New York il 10 giugno 19584 («Convenzione di New York») e l’articolo 1 delle norme d’arbitrato della UNCITRAL.
(b)
D’intesa con le parti in causa, una procedura d’arbitrato secondo il presente articolo ha luogo in uno Stato che è Parte contraente della Convenzione di New York. Le pretese oggetto di una procedura d’arbitrato secondo il presente articolo sono considerate come derivanti da un rapporto commerciale o da una transazione ai sensi dell’articolo I della predetta Convenzione.
(c)
Nessuno Stato contraente concede protezione diplomatica né si avvale del diritto internazionale in relazione a una controversia sottoposta ad arbitrato, tranne nel caso in cui l’altro Stato contraente non abbia osservato la sentenza arbitrale emessa in una simile controversia. Ai fini del presente paragrafo, la protezione diplomatica non include i contatti diplomatici informali instaurati al solo scopo di agevolare la composizione di una controversia.

(7)  Un tribunale arbitrale costituito secondo il presente articolo statuisce su questioni controverse conformemente alle regole convenute dalle parti in causa. In mancanza di un simile accordo, il tribunale arbitrale applica le disposizioni del presente Accordo e le norme generalmente riconosciute del diritto internazionale, nonché il diritto nazionale dello Stato contraente che è parte in causa.

(8)  Un investitore, diverso da una persona fisica e cittadino di uno Stato contraente che al momento del consenso scritto menzionato nel paragrafo (6) era parte in causa e che, prima che fra lui e la Parte contraente interessata sorgesse una controversia, era controllato da investitori dell’altro Stato contraente, è trattato ai sensi dell’articolo 25 paragrafo (2) lettera (b) della Convenzione di Washington quale «nazionale d’un altro Stato contraente» e ai sensi dell’articolo 1 paragrafo (6) del regolamento relativo al meccanismo supplementare quale cittadino di un altro Stato.

(9)  Le sentenze arbitrali, che possono anche includere l’attribuzione di interessi, sono definitive e vincolanti per le Parti in causa. Ogni Stato contraente esegue senza indugio dette sentenze arbitrali e provvede alla loro effettiva esecuzione sul suo territorio.

(10)  Nessuno Stato contraente può difendersi in una procedura giudiziaria, arbitrale o di altro tipo o nell’ambito dell’esecuzione di una decisione o sentenza arbitrale relativa a una controversia fra uno Stato contraente e un investitore dell’altro Stato contraente invocando la sua immunità nazionale. Una controrichiesta o una pretesa di computo non può essere motivata con il fatto che l’investitore interessato ha ricevuto o riceverà un indennizzo o un risarcimento di altro tipo per una parte o la totalità del danno rivendicato in virtù di un contratto assicurativo di una qualsiasi parte terza, sia essa pubblica o privata, dell’altro Stato contraente e dei suoi enti territoriali, dei suoi organismi amministrativi o delle sue istituzioni.

Art. 10 Beilegung von Streitigkeiten zwischen einem Vertragsstaat und einem Investor


(1)  Streitigkeiten zwischen einem Vertragsstaat und einem Investor des anderen Vertragsstaates betreffend eine Investition des letzteren unter diesem Abkommen sind nach Möglichkeit gütlich beizulegen.

(2)  Können solche Streitigkeiten nicht innerhalb einer Frist von sechs Monaten nach dem Zeitpunkt, zu dem eine der Streitparteien die andere Partei schriftlich um gütliche Beilegung ersucht hat, geregelt werden, wird die Streitigkeit nach Wahl des an der Streitigkeit beteiligten Investors durch eines der folgenden Verfahren beigelegt:

(a)
ein allfällig anwendbares, vorgängig vereinbartes Streitbeilegungsverfahren;
(b)
eine internationale Schiedsgerichtsbarkeit gemäss den nachfolgenden Bestimmungen dieses Artikels.

(3)  Beabsichtigt ein Investor, die Streitigkeit einem internationalen Schiedsgericht zur Beilegung zu unterbreiten, so hat er sein schriftliches Einverständnis zu erteilen, damit die Streitigkeit einer der folgenden Stellen unterbreitet werden kann:

(a)
dem Internationalen Zentrum zur Beilegung von Investitionsstreitigkeiten («das Zentrum»), das im Rahmen des am 18. März 19652 in Washington zur Unterzeichnung aufgelegten Übereinkommens zur Beilegung von Investitionsstreitigkeiten zwischen Staaten und Angehörigen anderer Staaten («Washingtoner Übereinkommen») errichtet wurde, solange beide Vertragsstaaten Vertragsparteien des Washingtoner Übereinkommens sind und sofern dieses auf die Streitigkeit anwendbar ist;
(b)
dem Zentrum nach den Regeln über die Zusatzeinrichtung für die Abwicklung von Klagen durch das Sekretariat des Zentrums («Regeln für die Zusatzeinrichtung»), falls nur entweder der Vertragsstaat des Investors oder der an der Streitigkeit beteiligte Vertragsstaat, jedoch nicht beide, Vertragsparteien des Washingtoner Übereinkommens sind;
(c)
einem Schiedsgericht, das nach den Schiedsregeln («Regeln») der Kommission der Vereinten Nationen für internationales Handelsrecht (UNCITRAL) gebildet wird, wobei diese Regeln durch die Streitparteien geändert werden können (die in Art. 7 der Regeln erwähnte ernennende Behörde ist der Generalsekretär des Zentrums);
(d)
einem Schiedsgericht, das nach den Schiedsregeln einer anderen schiedsgerichtlichen Institution, auf die sich die an der Streitigkeit beteiligten Parteien geeinigt haben, errichtet worden ist.

(4)  Ungeachtet der Unterbreitung einer Streitigkeit unter die bindende Schiedsgerichtsbarkeit gemäss Absatz 3 durch einen Investor kann dieser für die Wahrung seiner Rechte und Interessen, vor der Einleitung oder während des schiedsgerichtlichen Verfahrens, vor den Zivil- und Verwaltungsgerichten des an der Streitigkeit beteiligten Vertragsstaates eine einstweilige Verfügung anstreben, die jedoch keine Zahlung von Schadenersatz einschliesst.

(5)  Beide Vertragsstaaten erklären hiermit ihre bedingungslose Zustimmung zur Unterbreitung einer Investitionsstreitigkeit unter die bindende Schiedsgerichtsbarkeit nach Wahl des Investors gemäss Absatz 3 Buchstaben (a), (b) und (c) oder nach gegenseitiger Vereinbarung zwischen den Streitparteien gemäss Absatz 3 Buchstabe (d).

(6) (a)
Die Zustimmung nach Absatz 5, zusammen mit der Zustimmung des Investors nach Absatz 3, erfüllt das Erfordernis der schriftlichen Zustimmung der Streitparteien jeweils für das Kapitel II des Washingtoner Übereinkommens, die Regeln für die Zusatzeinrichtung, Artikel II des am 10. Juni 19583 in New York beschlossenen Übereinkommens der Vereinten Nationen über die Anerkennung und Vollstreckung ausländischer Schiedssprüche (das «New Yorker Übereinkommen») und Artikel 1 der UNCITRAL-Schiedsregeln.
(b)
Ein Schiedsverfahren nach diesem Artikel findet, nach Vereinbarung zwischen den Streitparteien, in einem Staate statt, der Vertragspartei des New Yorker Übereinkommens ist. Ansprüche, die Gegenstand eines Schiedsverfahrens nach diesem Artikel sind, gelten als aus einer Handelssache oder Transaktion im Sinne des Artikels I jenes Übereinkommens entstanden.
(c)
Keiner der Vertragsstaaten gewährt diplomatischen Schutz oder unternimmt völkerrechtliche Schritte in Bezug auf eine der Schiedsgerichtsbarkeit unterworfene Streitigkeit, es sei denn, der andere Vertragsstaat hat den in einer solchen Streitigkeit erlassenen Schiedsspruch nicht beachtet. Für die Zwecke dieses Unterabsatzes umfasst der diplomatische Schutz nicht die informellen diplomatischen Kontakte, die allein zum Zwecke aufgenommen werden, die Beilegung einer Streitigkeit zu erleichtern.

(7)  Ein nach diesem Artikel gebildetes Schiedsgericht entscheidet über die strittigen Fragen nach den durch die am Streit beteiligten Parteien vereinbarten Regeln. Fehlt eine solche Vereinbarung, so wird das Schiedsgericht die Bestimmungen dieses Abkommens und die allgemein anerkannten Regeln des Völkerrechts sowie das innerstaatliche Recht des am Streit beteiligten Vertragsstaates anwenden.

(8)  Ein Investor, der keine natürliche Person ist und die Staatsangehörigkeit eines zum Zeitpunkt der in Absatz 6 bezeichneten schriftlichen Zustimmung am Streit beteiligten Vertragsstaates besitzt und der vor dem Entstehen einer Streitigkeit zwischen ihm und der betreffenden Vertragspartei von Investoren des anderen Vertragsstaates kontrolliert wird, wird im Sinne des Artikels 25 Absatz 2 Buchstabe b des Washingtoner Übereinkommens als «Staatsangehöriger eines anderen Vertragsstaates» und im Sinne des Artikels 1 Absatz 6 der Regeln für die Zusatzeinrichtung als «Staatsangehöriger eines anderen Staates» behandelt.

(9)  Schiedssprüche, die auch die Zuerkennung von Zinsen umfassen können, sind für die am Streit beteiligten Parteien endgültig und verbindlich. Jeder Vertragsstaat führt einen derartigen Schiedsspruch unverzüglich aus und veranlasst die wirksame Vollstreckung der Schiedssprüche in seinem Hoheitsgebiet.

(10)  Kein Vertragsstaat kann sich in einem gerichtlichen, schiedsgerichtlichen oder anderen Verfahren oder bei der Vollstreckung eines Entscheides oder Schiedsspruches betreffend eine Streitigkeit zwischen einem Vertragsstaat und einem Investor des anderen Vertragsstaates mit der Anrufung seiner staatlichen Immunität verteidigen. Eine Gegenforderung oder ein Verrechnungsanspruch kann nicht mit der Tatsache begründet werden, dass der betroffene Investor auf Grund eines Versicherungsvertrages von irgendeiner dritten Partei, sei sie öffentlich oder privat, einschliesslich des anderen Vertragsstaates und seiner Gebietskörperschaften, Verwaltungsstellen oder Institutionen, eine Entschädigung oder eine andere Vergütung für einen Teil oder die Gesamtheit des behaupteten Schadens erhalten hat oder erhalten wird.

 

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