1. Die Rechte und Pflichten der Vertragsparteien bezüglich Antidumpingmassnahmen richten sich vorbehältlich unten stehender Bestimmungen nach Artikel VI des GATT 199424 und nach dem WTO-Übereinkommen zur Durchführung des Artikels VI des GATT 199425 (nachfolgend als das «WTO-Antidumping-Übereinkommen» bezeichnet).
2. Nachdem eine Vertragspartei einen gut dokumentierten Antrag erhalten hat und bevor eine Untersuchung nach dem WTO-Antidumping-Übereinkommen eingeleitet wird, benachrichtigt die betreffende Vertragspartei schriftlich die andere Vertragspartei, deren Waren angeblich Gegenstand einer Dumpingpraxis sind, und gewährt eine Frist von 20 Tagen für Konsultationen, um eine beiderseits annehmbare Lösung zu finden. Kann keine Lösung gefunden werden, so behält jede Vertragspartei ihre Rechte und Pflichten aus Artikel VI des GATT 1994 und dem WTO-Antidumping-Übereinkommen.
3. Beschliesst eine Vertragspartei die Erhebung eines Antidumpingzolls, darf dessen Betrag die Dumpingspanne nicht übersteigen, sondern muss tiefer als die Dumpingspanne sein, falls dieser niedrigere Zoll ausreicht, um die Schädigung des inländischen Wirtschaftszweiges zu beseitigen.
4. Antidumpingmassnahmen dürfen von einer Vertragspartei nicht angewendet werden, wenn auf der Grundlage der während der Untersuchung zugänglich gemachten Informationen der Schluss gezogen wird, dass die Anwendung solcher Massnahmen nicht im öffentlichen Interesse wäre.
5. Antidumpingmassnahmen, die gegen Einfuhren einer Vertragspartei angewendet werden, sind ausnahmslos innerhalb von fünf Jahren nach ihrer Einführung zu beenden. Nach der Beendigung kann ein neues Untersuchungsverfahren gegen die Einfuhren einer Vertragspartei eröffnet werden.
6. Fünf Jahre nach Inkrafttreten dieses Abkommens prüft der Gemischte Ausschuss diesen Artikel, um festzustellen, ob sein Inhalt zur Erreichung der politischen Ziele der Vertragsparteien erforderlich ist.
7. Kapitel 12 findet nur auf die Absätze 2–5 Anwendung.
24 SR 0.632.20, Anhang 1A.1
25 SR 0.632.20, Anhang 1A.8
1. I diritti e gli obblighi concernenti le misure antidumping sono retti dall’articolo VI del GATT 199424 e dall’Accordo dell’OMC sull’attuazione dell’articolo VI del GATT 199425 (di seguito denominato «Accordo antidumping dell’OMC»), fatte salve le disposizioni sottostanti.
2. Prima di avviare un’inchiesta nel quadro dell’Accordo antidumping dell’OMC, la Parte che ha ricevuto una domanda adeguatamente documentata informa per iscritto l’altra Parte le cui merci sono presumibilmente oggetto di dumping accordandole un periodo di 20 giorni per le consultazioni al fine di trovare una soluzione reciprocamente accettabile. Se non può essere raggiunta una soluzione, ogni Parte mantiene i suoi diritti e obblighi conformemente all’articolo VI del GATT 1994 e all’Accordo antidumping dell’OMC.
3. Se una Parte decide di imporre un dazio antidumping, il suo importo non può superare il margine di dumping; deve al contrario essere inferiore ad esso se detto dazio più basso è sufficiente a eliminare il danno per l’industria nazionale.
4. Non vengono applicate misure antidumping se, in base alle informazioni rese accessibili durante l’inchiesta, si conclude che l’applicazione di tali misure non sarebbe nell’interesse pubblico.
5. Qualsiasi misura antidumping applicata alle importazioni di una Parte termina senza eccezioni al più tardi cinque anni dopo la sua imposizione. Al termine della misura può essere avviata una nuova procedura investigativa contro le importazioni di una Parte.
6. Cinque anni dopo l’entrata in vigore del presente Accordo, il Comitato misto riesamina il presente articolo al fine di determinare se il suo contenuto sia ancora necessario alla luce degli obiettivi politici delle Parti.
7. Il capitolo 12 si applica unicamente ai paragrafi 2–5.
24 RS 0.632.20, allegato 1A.1
25 RS 0.632.20, allegato 1A.8
Dies ist keine amtliche Veröffentlichung. Massgebend ist allein die Veröffentlichung durch die Bundeskanzlei.
Il presente documento non è una pubblicazione ufficiale. Fa unicamente fede la pubblicazione della Cancelleria federale. Ordinanza sulle pubblicazioni ufficiali, OPubl.